il metodo humanlab
Noi consulenti di Destinazione Ospitale ci avvaliamo del modello HumanLab Italy in tutte le fasi del progetto.
Si tratta di un metodo modulare e integrato di mappatura del territorio, attraverso l’utilizzo delle strategie della collaborazione radicale, che mettono al centro l’uomo. Questo metodo di abilitazione alla progettazione partecipata, permette di disegnare insieme nuovi scenari e tracciare le traiettorie di sviluppo che quel territorio può avere.
co-progettazione di una destinazione
le fasi del processo
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Step 1
gioco, ispirazione e ascolto
Per fare emergere questa identità, utilizziamo metodi di co-design, con i quali ascoltiamo le comunità.
Abbiamo ideato più set di carte con cui facciamo partecipare i vari tipi di persone che abitano un luogo (i ragazzi delle scuole, gli artigiani, gli amministratori locali ecc).
Giocare con queste carte diventa uno strumento per capire e conoscere in maniera più approfondita il territorio, ma anche e soprattutto diventano veri e propri strumenti di progettazione.
Successivamente, attraverso le domande giuste, si scoprono quali sono le connessioni tra le ispirazioni che vengono individuate sul territorio.


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Step 2
connessioni e paesaggio umano
E’ un processo che consente alla comunità di esercitarsi a vedere la realtà come complessità, cioè a ricostruire i vari punti di vista che abitano quella realtà.
Accanto al fabbisogno in termini di servizi, noi incentiviamo la comunità a concentrarsi anche sulle risorse, ponendo loro una serie di domande.
Ad esempio: “quali risorse e quali valori custodisce la memoria degli anziani che viene tramandata ai bambini?” oppure: “come i bambini reinterpretano, attraverso la loro immaginazione del futuro, le risorse di quel territorio?”, “cosa apprendono le persone attraverso questo processo di racconti di vicinato, di ricordi delle botteghe, di tramandare il saper fare?”.
E ancora: “quali sono i luoghi ai quali la comunità è più affezionata e come quindi il nostro abitare i luoghi custodisce le tracce di valore?”.

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step 3
uniti nascono le possibilità
Si tratta quindi di scendere dai “treni veloci” che non ci fanno vedere il territorio, per iniziare a osservarlo in maniera lenta, con l’aiuto degli anziani, dei bambini e di tutta la comunità.
Nel corso degli incontri con la comunità, proponiamo anche veri e propri esercizi di utopia: scardinando dei legami che sembrano rigidi sul territorio, si vanno a immaginare degli scenari di progettazione a partire dalle qualità e non dalle cose; dalle relazioni che le persone custodiscono su quel territorio, attraverso un apprendimento collettivo.
Quando si inizia a guardare alle connessioni che uniscono le cose e le persone, ecco che nascono le possibilità.
